Sagra del Fuoco

Le tradizioni di Recco III PDF Stampa E-mail
  
Sabato 26 Settembre 2009 11:41

Riceviamo e pubblichiamo:

Caro dr Speciale,

Chi le risponde è un recchelino di 36 anni.

Dopo aver letto le sue considerazioni sulla tradizionale sparata delle 3.30 ho sentito la necessità di risponderle e prendere posizione.

Lei ritiene che ci sia "crudeltà" nello svegliare i poveri recchelini nel cuore della notte, ancora riesce a ironizzare (in modo peraltro ambiguo) sulla Madonna e le sue abitudini notturne (!).

In poche parole giudica da selvaggi e da torturatori primitivi mantenere una barbarie simile (uso parole che bene si prestano rispetto alla serie di paragoni da lei citati).

Scopo della missiva: togliamo ancora un pezzo del nostro costume, che crea la possibilità di uscire dagli schemi in un modo antico ai giovani di Recco e in generale ai giovani delle nostre cittadine rivierasche.

"Ragazzi a letto presto! Qui si dorme!" questo è il suo motto.

Io non so se lei ha figli, ma sicuramente si è dimenticato dell'esuberanza del signor Roberto Speciale di 20 anni, della voglia di vivere il mondo, del bisogno di emozioni che il suo cuore richiedeva.

Ora vorrei ricordare a lei e a tutti coloro che vogliono il silenzio che odiano il frastuono dei giovani, che è infinitamente meglio che quegli stessi giovani (tra cui forse anche i suoi figli e nipoti) seguano con passione una tradizione e che attraverso di essa riescano ad evadere invece che essere ammutoliti e magari cercare emozioni attraverso una silenziosa droga, usata nel buio vicolo sotto casa.

La vita è un posto per tutti e purtroppo o per fortuna la nostra terra ci fa vivere addossati uno all'altro, ergo, le parole d'ordine sono sopportazione, pazienza.

Se lei ha dei figli o dei nipoti sono certo che adopererà con loro un'infinita pazienza, allora tenga conto di avere tanti figli e tanti nipoti che vivono appassionatamente la sua Recco che è anche la loro Recco.

Allora penso che sia meglio lasciare che viva una tradizione chiassosa, che ci sia spazio e pazienza per gioiose urla e lacrime di emozione sana e antica piùttosto che un coprifuoco che porta all'oblio e a tante cose che troppo spesso vedo insinuarsi tra ragazzi annoiati e mutilati dalle vostre imposizioni.

Francesco Chinchella

 

La riposta di Marcella Cavassa: cliccate QUI

La riposta di Valentina Grazioli: cliccate QUI

La riposta di Matteo Malchiodi: cliccate QUI

 

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