Sagra del Fuoco

La pirotecnia e i fuochi d'artificio PDF Stampa E-mail

La pirotecnia ovvero l'arte di fabbricare i fuochi d'artificio che bruciando producono particolari effetti luminosi, è molto suggestiva e affascinante ma al tempo stesso misteriosa e poco conosciuta.
Le sue origini sono antichissime e i primi esempi si hanno in Cina già nel I° secolo.
In Europa fu introdotta da Bertold Schwartz un monaco tedesco verso la metà del XIII° secolo che fu il primo a impiegare la polvere da sparo nella formula ancora oggi utilizzata (75 % nitrato di potassio, 15 % carbone e 10% zolfo) per sparare un proiettile mentre le prime fabbriche pirotecniche sorsero in Germania intorno al 1340 ad Ausburg, Spandau e Liegnits ma la pirotecnia ebbe il suo massimo sviluppo soltanto a partire dal secolo scorso.
“Nobile, rischiosa e aristocratica l'arte del fuoco, progetto che si distrugge nel momento spettacolare di mostrarsi nella ricchezza oracolare delle sue meravigliose articolazioni di colori, ritmi, disegni, prospettive miracolose, rappresenta il mistero della creazione, il grandioso e l'effimero, l'eterno e il mutevole in tutto il suo spietato lirismo iconoclasta. Resta comunque l'arte più ammirata e la meno conosciuta. Tutte le arti si sono costruite un mondo, teorie, regole, storia. I fuochi marciano nel tempo del silenzio.”, così la definisce Francesco Nicassio, sindaco di Adelfia-Montrone cittadina barese dalla grande tradizione pirotecnica.
Sì perché non esistono libri che spieghino come si fabbricano o come si sparano i fuochi d'artificio, tutto è racchiuso nelle mura di cinta della fabbrica: le teorie, le formule, i segreti, una tradizione orale, visiva e manuale inaccessibile a tutti e che si trasmette soltanto di padre in figlio.
Poche le pubblicazioni sulla pirotecnica di cui molti scritti antichi che hanno ispirato anche le opere più recenti: 
“De la pirotecnica” di Vanoccio Biringuccio del 1540, è un trattato di chimica tecnico-scentifica;
“La pirotecnia o sia trattato dei fuochi d'artificio usati per piacere e per bellezza” di Antonio Giuseppe Aliberti del 1749;
“Il pirotecnico moderno – l'arte di fare i fuochi d'artifizio con poca spesa per le feste di famiglia, sponsali e altre simili occasioni” di Cesare Sonzogno del 1834 ;
“Il nuovo pirotecnico ossia l'arte di preparare i fuochi d'artificio con un'appendice sui fuochi da teatro e d'acqua, sui palloni e sui globi aerostatici” di Etienne Hermart del 1889;
“Pirotecnica moderna” di Francesco Di Maio del 1891, è un vero e proprio manuale del pirotecnico;
“Manuale di pirotecnia in lingua italiana” di Attilio Izzo, successore di Di Maio è molto simile al precedente;
“La pirotecnica dei dilettanti” di Arduino Burello del 1900;
“Esplodenti” di Rodolfo Molina del 1917 è un manuale pratico per i fuochi artificiali completo di formule chimiche; l'autore fu consulente ed esperto del Ministero degli Interni all'epoca della stesura nel 1931 del TULPS (testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) per la parte relativa agli esplosivi;
“Fuochi artificiali” del 1960 di T. De Francesco, un manuale in cui si spiega soprattutto come fabbricare i cosiddetti fuochi di piazza (girandole, razzi, serpentelli, etc.);
“Fuochi pirotecnici e artifizi da segnalazione” di Paolo Macchi del 1984 è più che altro una guida all'applicazione delle norme di P.S. nel lavoro di pirotecnico ed è il testo su cui studiano gli aspiranti fuochini per prepararsi all'esame;
“Fuochi pirotecnici” di Francesco Nicassio del 1999 è l'opera di un appassionato conoscitore dei fuochi e soprattutto dei fuochisti.
Alcuni di questi volumi riportano con dovizia di particolari formule e schemi per fabbricare i fuochi ma ahimè mai come nella pirotecnia la teoria è molto distante dalla pratica.
Per chi ha la fortuna di poter assistere a una giornata in fabbrica scopre che il “mastro” (il pirotecnico più esperto) mette in atto una serie di comportamenti che sui libri non vengono riportati perché i materiali che si impiegano nelle lavorazioni non sono mai qualitativamente puri al 100 %: in laboratorio le formule sperimentate sono sempre “matematicamente” esatte ma sul campo i fattori esterni influenzano sempre il risultato.
Il rischio purtroppo è insito nella professione e la tragedia è sempre dietro l'angolo ma ciò non distoglie mai il pirotecnico dal compiere la sua missione: preparare un effetto che sia più bello degli altri o che nessuno abbia ancora pensato; è così ad esempio che nascono quei capolavori della pirotecnia che sono le cosiddette “bombe da tiro”.
Ma quali sono gli artifizi che si impiegano in uno spettacolo pirotecnico? Quali le caratteristiche? Quali sono i vocaboli tecnici? E le attrezzature necessarie per sparare? Ecco un piccolo elenco non esaustivo.

“Calibro” è la circonferenza della bomba espressa in millimetri; la legge attualmente consente l'utilizzo delle bombe cilindriche fino ad un calibro massimo di 210 mm e le bombe sferiche fino a 400 mm.

“Tubo” è il contenitore metallico nel quale vengono poste le bombe per essere sparate.

“Rastrelliera” è un insieme di tubi uniti tra loro per mezzo di barre metalliche.

“Spoletta” è un piccolo cilindro di cartone caricato con polvere nera fortemente pressata e serve a regolare il tempo tra una bomba e l'altra.

“Passafuoco” è un cilindro di carta che serve per contenere lo stoppino per unire una bomba con l'altra in sequenza.

“Finale” è un sinonimo di spettacolo pirotecnico.

“Miscela” è un composto chimico realizzato dal pirotecnico per ottenere il colpo tonante.

"Polvere nera” è un miscuglio di nitrato di potassio 75%, carbone 15% e zolfo 10% e viene utilizzato come propellente di lancio per far salire la bomba all'altezza desiderata.

“Stelle” sono composizioni di prodotti chimici impastati con acqua e colla e servono per produrre i colori delle bombe.

“Cànnoli” sono cilindretti di composizioni colorate collocati nelle “controbombe” e al momento dello scoppio cadono lentamente a cerchio tracciando scie di fuoco come stelle cadenti.

“Stucco” o “stucchio” intreccio di colori con stelle appositamente lavorate e di forma cilindrica.

“Pupatella” è uno stucco di minore capacità di apertura ma con una quantità di colore superiore e fornisce un effetto molto più scenografico.

“Miccia” o “stoppino” è un filo di cotone imbevuto di un misto di polvere nera e colla e serve a portare il fuoco all'interno delle bombe.

“Tracchiare” collegare le bombe una all'altra per mezzo dei passafuoco e delle spolette.

“Bombetelle” o bomba “a spacco e lampi”: artifizio configurato con un'apertura di colori e da 6 a 9 piccoli colpi tonanti.

“Candela romana” artifizio che produce scie luminose ascendenti di vario colore.

“Spacco e botta”: bomba a 2 effetti con un'apertura di colori seguita da un colpo tonante.

“Pioggia” artifizio che produce un effetto di colore che brucia molto lentamente e dopo l'apertura scende verso il suolo come la pioggia; può essere ad effetto salice, scoppiettante, tremolante o luccicante.

“Crakling” bomba che produce un effetto ottico e uno sonoro simile ad un fuoco scoppiettante.

“Serpentelli” particolare artifizio che produce scie di luce che si muovono come un serpente.

“Farfalla” bomba con stucchi che produce una figura a forma di farfalla.

“Crocette” sono bombe che producono delle scie colorate che poi si dividono in quattro scie formando delle comete

“Giapponese” è una bomba sferica preparata con le stelle che produce l'effetto di una peonia o di un crisantemo nel cielo.

“Bomba piena” è una bomba sferica preparata con i cànnoli anziché con le stelle.

“Colpo tonante” bomba che produce solo un forte effetto tonante.

“Bomba stutata” o “studata” o “spenta” particolare artifizio che tra lo spacco in cielo e l'effetto visivo lascia passare alcuni secondi dando l'impressione che la bomba si spenga (dal latino stutare = spegnere).

“Bomba da tiro” artifizio cilindrico di grosso calibro composto da più “pacche” o “scatole” caratterizzato da aperture multiple in cielo, anche più di 10 e che termina con la “controbomba” seguita dal “controcolpo”; è un po' come se si unissero più bombe insieme.

“Intreccio” effetto di una bomba di fermata o da tiro dato dall'accensione di stucchi o botte che si rincorrono velocemente nel cielo.

“Ripresa” insieme di colpi di una bomba di fermata a giorno, è l'equivalente dell'intreccio a notte.

“Controbomba”: è un effetto della bomba di fermata o da tiro e consiste in un insieme di cànnoli e di stelle che producono una stella rotonda con scie di fuoco.

“Controcolpo” è il colpo tonante di chiusura di una bomba da tiro.

“Bomba di fermata” artifizio cilindrico caratterizzato da aperture multiple in cielo e come per le bombe da tiro l'estro del pirotecnico può non avere limiti; le più utilizzate nel calibro 160 mm sono la “8 botte”, la “2 intrecci”, la “4 botte-intreccio”, la “intreccio-botta-intreccio”, la “3 intrecci”, intreccio-4 botte-intreccio e la “4 intrecci”.

“Bomba a 2 sfondi”: è un tipo particolare di bomba di fermata o da tiro che al momento dello spacco si divide in 2 “sfondi” e mentre il primo comincia a produrre i suoi effetti, il secondo attende che il primo termini. E' un po' come l'unione di 2 bombe che funzionano come un orologio svizzero; i pirotecnici più esperti realizzano anche bombe a 3 o 4 sfondi.

“Croce di Malta” bomba che produce all'interno di un fiore rotondo una croce di fuoco come la croce dei Cavalieri di Malta.

“Tre per tre” sono tre bombe di fermata stutate che vengono lanciate in sequenza ma la prima inizia a produrre i suoi effetti solo quando le altre 2 bombe hanno spaccato. Qualche pirotecnico spara anche la “quattro per quattro” o la “cinque per cinque”.

“Bomba acquatica” artifizio che viene lanciato in acqua anziché in cielo e che si apre a pelo del mare producendo effetti policromi oppure che dopo essere giunta in acqua, gira di 180° e, ricevendo una seconda spinta di lancio, le permette di sparare in cielo.

“Apertura” quadro iniziale dello spettacolo pirotecnico costituito da bombe di vario effetto.

“Giapponesata” o “palleggiata” parte dello spettacolo pirotecnico che precede la strenta ed è costituita da bombe giapponesi di vario calibro, colore ed effetto che si rincorrono nel cielo.

“Strenta” parte conclusiva dello spettacolo pirotecnico costituita da un insieme di bombe lanciate da più postazioni a ritmo incalzante.

Tubi e rastrelliere

Strenta

Bombe di fermata

Peonia

Intreccio di fermata

Controbomba

Pioggia con punte blu

Pioggia bianca

Crackling

Crocette

Bombetelle

Pioggia luccicante

Candele romane

Fuochi a giorno

Pioggia a salice oro

 

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